Quando Cultura, Urbanistica, Storia e Architettura si incontrano in una riscoperta «Piazza del Sapere» su un territorio culturalmente da rigenerare post industriale.
Salvatore Re ne parla in una intervista alla rivista Nautilus.
“Si tratta del progetto più importante che la città possa adottare per il ripensamento urbano di Piombino, soprattutto in vista dei finanziamenti che potrebbero essere intercettati attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che dà molta importanza ai temi della rigenerazione urbana e della transizione ecologica.
Il progetto prevede infatti la connessione della parte Est con la parte Ovest della città, mettendo in collegamento la città contemporanea con quella antica che guarda il mare, attraverso l’apertura del varco sulle mura in coincidenza con il giardino pensile di via Leonardo da Vinci e creando un nuovo centro urbano, una vera e nuova piazza urbana e culturale per la città di Piombino, un luogo dei saperi molteplici, dove la cultura e la memoria possono diventare elementi strategici per l’innovazione nella vita quotidiana, sociale, economica della città.
Altro elemento importante la possibilità di riconnettere la storia della città, rappresentata in questo caso dal vecchio convento francescano e dal suo chiostro cinquecentesco completamente recuperato, con la storia industriale novecentesca di cui sono testimonianza le Officine dell’ex Ipsia, anche queste da recuperare.
Il restauro sapiente che è stato effettuato negli anni passati nella parte antica, ha consentito di riscoprire tutto quello che era stato nascosto per decenni dagli interventi novecenteschi e questo patrimonio materiale e culturale di grande valore può essere portato all’interno e al centro della città attraverso la connessione con via Leonardo Da Vinci, facendo emergere così i Dna culturali del territorio, il suo patrimonio identitario.
Dal punto di vista funzionale, all’interno del Polo sarà possibile creare una vera e propria Officina dei saperi con la nuova biblioteca, dove sarà possibile favorire l’accesso alle nuove tecnologie, organizzare spazi flessibili e intercettare nuovi bisogni.
Vi potremo trovare libri cartacei e tecnologie di varia natura, un caffè/ristorante dove leggere e conversare guardando il mare, spazi che accoglieranno attività culturali e manuali e tante altre cose che nasceranno dalla collaborazione e dalle proposte dei cittadini.
Le biblioteche sono infatti le nuove piazze del sapere, infrastrutture fisiche, sociali e cognitive, aperte, inclusive, animate. Da molti anni i bibliotecari si battono per creare questi spazi che devono avere al centro i cittadini e i loro bisogni, con la possibilità di accedere a cataloghi e archivi digitali oltre che ai libri. Luoghi multifunzionali e al passo con i tempi”.